lunedì 31 dicembre 2007

nyårsafton

l'ultimo dell'anno.

il 2007 è stato a dir poco sorprendente.

sì, perché proprio non ce lo aspettavamo. lo scorso 31 dicembre, mentre festeggiavamo con mirio e altri amici banchettando con succulente costolette caramellate (chi se le scorda!), l'ultima cosa che potevamo immaginarci era che di lì a poco saremmo partiti per stoccolma. e che ci saremmo rimasti. non c'eravamo neppure mai stati, in svezia.

le incertezze erano tante, ma non siamo rimasti scontenti. anzi, è probabile che resteremo più a lungo del previsto. non voglio dire che sia tutto oro quel che luccica, ma in svezia stiamo proprio bene. basti pensare che - strano, ma vero - a stoccolma siamo riusciti a dar seguito a gran parte di quello che ci eravamo tacitamente prefissi per il 2007. non potendo più riciclare l'elenco dell'anno scorso, entro stasera dovremo escogitare una nuova lista di buoni propositi.

mi chiedo però se il trucco non stia nel lasciarsi sorprendere...

uno strabiliante 2008 a tutti!

martedì 25 dicembre 2007

julbock








l'ariete di paglia! immancabile a ogni natale in gran parte della scandinavia.

quello di gävle, a circa due ore a nord di stoccolma, è alto ben tredici metri e ogni anno, dal 1966, troneggia nella piazza principale della cittadina costiera.

raramente è sfuggito al fuoco dei piromani. ma quest'anno ce l'ha fatta, è arrivato al 25 dicembre intatto, impregnato di liquidi che l'hanno reso ignifugo.

il nostro julbock, invece, ha rischiato grosso...



lunedì 24 dicembre 2007

jullov

vacanze di natale.

il mese di dicembre è volato in un attimo. è già julafton, la vigilia. e ora, come la maggior parte degli svedesi, siamo in vacanza, felici di poter passare un po' di tempo in famiglia.

abbiamo lasciato una stoccolma scintillante di cristalli di ghiaccio e lucine a ogni finestra per ritrovare i dolci profumi di casa. al posto dello julskinka e del salmone, tortelli e tortellini, arrosti e panettone.

god jul!




giovedì 13 dicembre 2007

Italian Jazz



Ciao, era un po' che non mi facevo sentire con un mio post.

L'occasione è di quelle buone.

Qualche giorno fa il mio amico Giuseppe mi chiama dicendo: "Sai che Martedì al Fasching Jazz Club suonano Stefano Bollani e Paolo Fresu?". E io: "Orpo !" E lui: "Io vado, tu vieni ?" E io: "Orpo !" E lui: "Costa solo 15 euro, con la tessera del Karolinska 9.5". E io: "Orpo !"

Insomma si decide di andare. Non mi ferma nemmeno una serie di defezioni impressionanti. Giusi è stanca. Federica ha fatto tardi. Brunella non fa in tempo. Lo stesso Giuseppe mi chiama con la voce sommessa e il morale sotto le scarpe: l'hanno chiamato d'urgenza per un'operazione, passerà la nottata al lavoro in ospedale. Essendo cardiochirurgo, la chiamata non è di quelle che si possono rifiutare. Parto da solo.



Arrivo nel locale che è ancora semivuoto (o già semipieno, a seconda del grado di ottimismo di cui si dispone). Nella speranza che si faccia vivo almeno Michele, scelgo l'unico tavolo grande libero, che, guarda un po', è accanto a quello dove cenano i musicisti.

Il locale si sta riempiendo, Michele chiama: sta per arrivare con un amico e tre amiche. Fatico a tenere i posti. Acconsento a far sedere un signore distinto che per questo gesto mi adorerà per il resto della serata. Scorgo Marco con un piccolo plotone di Italiani, li invito al mio tavolo. La situazione si sta movimentando. Bollani, Fresu e Paolo Russo (fisarmonicista che non conoscevo, bravissimo) sono al dessert. Una ragazza del gruppo di Marco, Francesca, Cagliaritana DOC, parte alla conoscenza di Paolo Fresu. A lei si aggrega un altro ragazzo. In un batter d'occhio siamo tutti a rompere le scatole al tavolo dei musicisti. Loro sono simpaticissimi, alla mano, dopo 5 minuti siamo amici. Arriva Michele col Bòcia e tre svedesi. Il Bòcia è uno nuovo. Servirebbe un intero post solo per lui, ma poi si monta la testa, quindi lascio stare.

Siamo in troppi, non ci stiamo più. Bollani è lì in giro con un bicchiere in mano. Gli urlo: "Stefano!" E lui: "Ohi ! Dimmi !" E io: "Posso prendere il tuo tavolo?" E lui: "Orpo !"

Del concerto invece non voglio parlare: dico solo che è stato incredibile. Sono proprio bravi. Io poi adoro Stefano Bollani, per me è un genio, che sa di esserlo ma non gliene frega assolutamente niente. E' un deficiente nel senso più nobile del termine, chi mi conosce sa che cosa intendo. Nel mezzo di un passaggio complesso ti infila una serie di note da "Pippi Calzelunghe" e poi ritorna su quello che faceva prima. Ogni nota NON è quasi mai quella che ti aspetteresti e il suo jazz NON è quello serioso e pseudointellettuale che siamo abituati a sentire, trasfigurato rispetto alle sue origini.


Insomma una grande serata, che si è conclusa nel migliore dei modi. Ci hanno chiesto se li aspettavamo, andavano a portare gli strumenti in hotel e poi ci facevamo un giro. E noi tutti in coro: "Orpo!"

E così via, a cazzeggiare e sparare battutacce per le strade deserte del martedì notte di Stoccolma, alla ricerca di un posto dove ripararsi dal nevischio che stava scendendo, passando per un pub irlandese da cui ci cacciano fuori perché una del gruppo aveva meno di 23 anni (sì, qui è così), per un Burghy che ci chiude le porte in faccia, finendo da un kebabbaro aperto fino all'alba, con un Fresu che rimpiangeva sempre più di aver alla fine declinato l'invito di Michele a una spaghettata a casa sua, mentre Bollani annuiva speranzoso ("Dai, ha anche il limoncello!").



Il gruppo di Marco se n'era andato, ignaro del seguito, alla fine del concerto, per cui eravamo rimasti in sette (contando le tre povere svedesi che non capivano niente, visto che parlavamo quasi sempre in italiano, ma che erano felici lo stesso) a rimpinzarsi di falafel pessimo e di kebab appena sulla soglia della sufficienza, bevendo birra leggerissima (Bollani: "Paolo, ce l'hanno la birra, ma è quella leggera". Fresu: "Beh, prendine dodici!"). Una serata piacevolissima, con Michele, musicista, liutaio e fan accanito, che non credeva ai suoi occhi (credo che Fresu non scorderà facilmente il tormentone della serata, Michele che gli prende una spalla e dice: "Paolino, ti posso toccare? Oddio, sto toccando Fresu!"), con Paolo Russo, il fisarmonicista, che voleva assolutamente sapere che cosa aveva fatto la Lazio e lo chiedeva a tutti quelli che incontrava.

Insomma musicisti eccezionali (Michele a Edith, una delle svedesi, scuotendola: "You don't know, but they are the number one!!! THE NUMBER ONE!!!". Risate.), persone eccezionali. Sono contento che abbiano il successo che si meritano. Andateli a sentire ovunque e comunque, quando potete e anche quando non potete.

Baci,

io




luciadag

santa lucia... il giorno più breve che ci sia.

non è chiarissimo come la tradizione di santa lucia, giovane siracusana martirizzata sotto diocleziano, sia giunta fino in svezia. fatto sta che la festa è molto sentita in tutto il paese, che in questa stagione è letteralmente avvolto dal buio. anzi, da un secolo a questa parte, santa lucia è divenuta una delle celebrazioni più importanti dell'anno.

in famiglia, i bambini si alzano molto presto, prima dei genitori, e si vestono per la piccola processione domestica. le bimbe interpretano lucia, vestite di bianco e con una corona di candele in testa; i ragazzini, chiamati stjärngossar, qualcosa come "i bambini che portano le stelle", sfilano con un cappello a punta e una bacchetta. sembrano quasi dei piccoli maghi, ma sono gli accoliti di lucia. in svedese c'è persino un verbo per descrivere questa sorta di vestizione e la successiva rappresentazione, lussa. così agghindati, i bambini intonano canzoni natalizie per i genitori, fra cui sancta lucia, sulle note della celebre melodia napoletana.

la stessa processione, preparata con cura nelle settimane che precedono il 13 dicembre, avviene anche nelle scuole, nella maggior parte degli uffici pubblici e privati e per strada. ogni città elegge la sua lucia, che andrà a visitare scuole e ospedali. quella di stoccolma, che sfila al mattino presto dalla stazione centrale fino a skansen, rappresenta la lucia nazionale, la stessa che poi sfilerà a siracusa. in televisione e nella maggior parte delle chiese del paese si organizzano cori e concerti, talvolta con grandi nomi della musica. il dolce profumo dei lussekatter, le focaccine allo zafferano tipiche del giorno di santa lucia, pervade case e negozi.

è strano ritrovare dopo tanti anni la gioiosa tradizione di santa lucia, anche se un po' cambiata. in effetti la lucia stoccolmese poco assomiglia alla santina privata degli occhi che mi figuravo da piccola. dove sono nata io, in provincia di mantova, erano i genitori a interpretare lucia, anche se di nascosto, e per i più piccoli il 13 dicembre era addirittura più sentito del natale, poiché era proprio santa lucia a portare i doni. nei giorni precedenti il 13 dicembre capitava anche di sentirla passare per le strade buie del paese, quando le tapparelle erano già state - opportunamente - abbassate, o nel corridoio di casa, oltre la porta chiusa. l'improvviso suono argentino di una campanella avvertiva del passaggio della santa e ci paralizzava tutti. noi bimbi dovevamo prestare attenzione a non vederla, altrimenti ci avrebbe portato il carbone. allora nessuno di noi si chiedeva per quale ragione non potessimo vedere lucia, ma lo stupore era tale che nemmeno provavamo a sbirciare. il meraviglioso non va indagato.

la sera del 12 eravamo soliti lasciare acqua e paglia per l'asinello su cui arrivava santa lucia. il mattino seguente trovavamo le ciotole vuote e il pavimento della stanza disseminato di caramelle, cioccolatini, mandarini, frutta secca... carbone dolce e regali. era un grande avvenimento. ricordo ancora il pianto cui mi abbandonai a casa dopo che uno dei miei solerti compagni delle elementari mi ebbe rivelato, con fare saputo, il grande segreto: santa lucia non esisteva. o almeno, non era certo lei a portare i regali!

oggi sono tornata a festeggiare lucia, nella scuola in cui studio svedese, frequentata da persone di ogni nazione. avevamo dolci e piatti tipici di ogni parte del mondo e la nostra lucia e i nostri stjärngossar erano alcuni dei simpatici docenti. ecco un brevissimo video moooolto artigianale.



p.s. per continuare con l'elenco dei termini natalizi:
julmusik julmarknader julkakor
julklappar julgranar julsånger julbockar julbord jultomtar julkalendrar julfrimärken julöl julkonserter julkärvar julkort julsnaps julkalas julmat julglögg julmust julskinka julkransar julmumma jullov julkänsla

julkärve è il fascio di grano portato dalla lucia stoccolmese nella foto.

domenica 9 dicembre 2007

julbord

il buffet di natale... per una giornata da gourmet divoratori!

julmusik julmarknader julkakor julklappar julgranar julsånger julbockar julbord jultomtar julkalendrar julfrimärken julöl julkonserter julkärvar julkort

e aggiungo:

julsnaps julkalas julmat julglögg julmust julskinka julkransar julmumma jullov julkänsla

ce ne avevano parlato tutti, entusiasti. finalmente l'abbiamo sperimentato anche noi e, di certo, non siamo rimasti delusi. eravamo in sedici a darci appuntamento al molo di nybrokajen per prendere il battello che ci avrebbe condotti a fjäderholmarna, due isolette dell'arcipelago a mezzora dalla città.

in un'atmosfera ovattata, con decorazioni sobrie ed eleganti, luci soffuse e tante candele, il fjäderholmarnas krog, circondato dal mare, ci ha offerto un buffet che ricorderemo a lungo!

forse non tutti sanno che... il classico buffet natalizio svedese inizia inevitabilmente con le aringhe (strömming e sill), ieri cucinate in ben 19 + 3 modi diversi.

si prosegue con il salmone - re dello julmat, le pietanze natalizie - la trota salmonata, l'anguilla, il coregone... io ho apprezzato in modo particolare l'apelsinsichuan lax, salmone crudo aromatizzato con succo d'arancia e tè del sichuan, delicato e fresco.

dopodiché è la volta dei salumi e dei paté: carne di alce, renna (ottima), maiale, cinghiale... preparata secondo ricette diverse. tradizionale e gustoso è lo julskinka, il prosciutto cotto in forno tipico del giorno di natale.

seguono i piatti di carne caldi, come le famose köttbullar, le salsicce, la pancetta caramellata, il pasticcio di patate chiamato janssons frestelse e varie omelette.

dulcis in fundo, ovviamente. dai biscotti, julkakor di vari tipi, alla mousse di cioccolato, passando per scorze d'arancia e ris à la malta, nome francese (malta non c'entra niente) per una specie di budino di riso con mandorle tritate. delizioso e tradizionale: a natale le mamme preparano il riso dolce per grandi e piccini. nella zuppiera di servizio mettono un'unica mandorla intera. chi la trova nella propria coppetta, si aggiudica un regalino. il gioco sta nel far finta di non averla trovata, perché gli altri continuino a rimpinzarsi di riso... l'avevamo provato lo scorso natale in danimarca, dove il piatto è chiamato più propriamente ris-à-l'amande e viene accompagnato da uno sciroppo caldo di ciliegie. e allora davide, il vincitore, ci aveva fatto ingozzare almeno tre coppette di riso a testa prima di farsi scoprire!

sulle bevande: con le aringhe lo snaps è il massimo, non c'è che dire. due sapori forti contrastanti che si ammorbidiscono a vicenda. ieri gli julsnaps fra cui scegliere erano 24! la mia acquavite natalizia preferita si chiama hallands fläder, piuttosto dolce perché al sambuco. lo julmumma è un'altra bevanda tipica di natale, da bere a tutto pasto, secondo me adatta soprattutto alle carni. si tratta di julöl, birra scura "natalizia", e madeira mescolati insieme. inaspettatamente buona! qui una ricetta per i patiti dei cocktail.

insomma, un ottimo julbord per cominciare a gustare quella che qui viene chiamata julkänsla, l'atmosfera natalizia, lo spirito del natale.

una chicca per chi ama i contrasti: gustosissimi gli immancabili pepparkakor, i biscotti allo zenzero che ormai si trovano ovunque o si possono preparare facilmente in casa, abbinati a una crema di erborinati. da provare bevendo julglögg!



p.s.: l'evento è stato organizzato dalla grande marta, di italians on line, sezione di stoccolma :-)

giovedì 6 dicembre 2007

solens mat



di nuovo per la serie "nostalgia canaglia"...

solens mat - il cibo, la tavola del sole - è il titolo di un programma molto carino trasmesso tutti i giovedì sera alle 20:00 dalla svt.

ricette italiane raccontate con garbo da un gentile signore svedese, bo hagström, che viaggia per tutto il bel paese in cerca di piatti e prodotti tipici, tradizioni gastronomiche reinventate e sapori antichi... forse anche dimenticati.

viaggio in un'italia di provincia, più vera che mai... bravo bo!

martedì 4 dicembre 2007

juletid

il periodo natalizio... le feste!

oltre che da un'eccezionale ondata di lavoro poco natalizia, siamo stati investiti da una valanga festiva di vaste proporzioni:

julmusik
julmarknader
julkakor
julklappar
julgranar
julsånger
julbockar
julbord
jultomtar
julkalendrar
julfrimärken
julöl
julkonserter
julkärvar
julkort

... e ce ne sono molti altri!


un esempio per me divertentissimo di julsång è nu är det jul igen.

per avere un'idea della melodia, ecco un video della versione danese (nu er det jul igen) della stessa canzoncina, che in entrambi i paesi si canta tenendosi per mano intorno all'albero di natale e in giro per casa, dentro e fuori... una specie di allegra benedizione.

ricordo che l'anno scorso in danimarca, a casa dei genitori di ditte - praticamente mia cognata - ci siamo divertiti un mondo!

versione svedese:
nu är det jul igen
och nu är det jul igen
och julen varar väl till påska
men det var inte sant
oche det var inte sant
för däremellan kommer fasta

versione danese (per chi volesse fare un po' di traduzione comparata o più semplicemente cantare e girotondare insieme alla folla del video):
nu' det jul igen
og nu' det jul igen
og julen varer lil' til påske
nej det ikke sandt
nej det ikke sandt
for ind imellem kommer fasten

[è di nuovo natale e così sarà fino a pasqua! non è vero, perché in mezzo c'è il digiuno (di quaresima)!]

la traduzione non è altrettanto divertente, ma magari aggiungendo un paio di julsnaps... (qui altre ricettine di cocktail natalizi - juldrinkar - da provare).

a presto per le altre jul-cose!